Perché un progetto?Ristrutturazioni
Quanto è importante il progetto di ristrutturazione sull’esito finale dei lavori? Proviamo a rispondere a questa domanda, piuttosto comune in chi si appresta a ristrutturare casa. Per farlo, misuriamo il peso della fase progettuale in funzione della definizione degli spazi e della scelta dei materiali, nonché dei costi e delle tempistiche di realizzazione.
Progetto per ristrutturare casa: come si procede?
Il progetto di ristrutturazione di un appartamento, è la fase più impegnativa dell’intero processo. Eppure, chiunque ne abbia già avuto esperienza, la ricorda come la più gratificante e la più emozionante, perché coinvolge anche l’immaginazione che si trova a cimentarsi in campi pratici diversi.
Misurazione degli spazi e suddivisione degli stessi; visual rendering; scelta dei materiali; tempistiche; capitolato e costi: sono tutti passaggi, più o meno obbligati, che portano alla realizzazione di quello che viene indicato come progetto di ristrutturazione. In altre parole, si tratta della mappa che ci conduce dal nastro di partenza al cartello di “Arrivo”. Per restare nella metafora podistica: sia che si tratti di una corsa breve, sia che si tratti di una maratona, senza un percorso tracciato si rischia di non arrivare alla meta!
Il progetto rende organico il contesto di lavoro e gli interventi dei vari artigiani / professionisti chiamati a partecipare (muratore, idraulico, elettricista etc.), permettendo alle ditte impegnate di dare una valutazione realistica dei costi e dei tempi di realizzazione. Viceversa, chiedere il preventivo ad un’impresa edile senza avere un progetto in mano, non consente al committente di valutare il reale valore dell’offerta economica. Non è sufficiente dire alla ditta “Devo ristrutturare una casa di 90 mq” per avere un costo e dei tempi con un fondamento realistico e delle prospettive affidabili.
Ristrutturare casa: quali sono i vantaggi di un progetto unico?
Il referente unico del progetto di ristrutturazione facilita il compito del committente. Affidarsi ad un professionista qualificato e competente, con il ruolo di direttore dei lavori e di coordinatore, è il modo più sicuro per evitare errori di realizzazione e ridurre i fattori di stress. Eh, sì! Perché ristrutturare casa non è una passeggiata di salute e richiede risorse economiche, tempo ed energie fisiche. Il progettista viene in ‘soccorso’ in questo modo:
- recepisce i desideri del committente e li traduce sul piano pratico;
- prepara computi e capitolati di spesa;
- si occupa della contrattualistica e delle pratiche edilizie;
- si incarica della direzione lavori;
- si interfaccia con i professionisti sul cantiere e coordina le tempistiche, intervenendo in loco per eventuali (possibili) ‘magagne’;
- prepara e presenta l’attestato di prestazione energetica (APE), la pratica ENEA etc.
Ristrutturazione casa fai da te? Ecco perché il gioco non vale la candela
C’è anche chi decide di essere in grado, grazie a competenze più o meno pratiche e all’aiuto di amici e parenti, di ristrutturare casa col fai da te e di rinunciare al progetto di ristrutturazione di un professionista. Una scelta che ha una logica solo se gli interventi sono quelli di normale manutenzione, ma che non è realizzabile nel caso di una ristrutturazione strutturale. Il perché riguarda non solo la qualità dei lavori, che potrebbe non essere soddisfacente, ma soprattutto il loro essere a norma, con firma probatoria di un professionista qualificato e la conseguente possibilità di accedere alle detrazioni fiscali per i lavori edilizi e di riqualificazione energetica. Spieghiamoci meglio.
Partecipare in prima persona al progetto di ristrutturazione è vivamente consigliato, perché aiuta ad avere il polso della situazione e permette di prendere decisioni rapide e ragionevoli su eventuali aggiustamenti in corso d’opera. Lo stesso discorso vale sul restare aggiornati sulle novità in materia di fiscalità e di permessi. Ma un conto è sapere che per la ristrutturazione del tuo appartamento è necessaria una CILA(Comunicazione Inizio Lavori Asseverata), piuttosto che una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio di Attività), o magari il Permesso di Costruire, un conto è inserire la documentazione burocratica pertinente all’interno di un progetto organico. Stesso discorso vale per le detrazioni fiscali, in merito alle quali è d’obbligo informarsi in prima persona – lo si può tranquillamente fare attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate – ma se i lavori non sono certificati, se gli impianti non hanno l’attestazione di conformità, se non c’è l’apertura asseverata di una pratica edilizia, tutto ciò non servirà a molto…
“Quanto costa ristrutturare casa?”: ecco come risponde un progettista serio
Un architetto di Salerno ci ha recentemente fatto pervenire in redazione una lettera dai toni piuttosto frustrati. Il professionista, del quale riportiamo solo le iniziali G. M., per rispetto della privacy, lamentava la seguente situazione piuttosto emblematica della prassi comune: il cliente che fa le domande sbagliate, al momento sbagliato. La prima è: “Conosci un’impresa edile per un preventivo economico e affidabile?”.
Ovviamente, un geometra, un ingegnere o, come nel nostro caso, un architetto hanno contatti con decine di ditte edili, ma suggerire la prima ‘a casaccio’ non è certo indice di professionalità. Abbiamo già spiegato che la scelta dell’impresa è diretta conseguenza della redazione di un progetto di ristrutturazione e della relativa pratica edilizia. E non viceversa. Senza un progetto e un referente unico anche la successiva, fatidica, domanda: “Quanto costa la ristrutturazione della casa?”, non ha alcun fondamento pratico. Ecco perché il nostro architetto ci ha raccontato che – dopo aver invano cercato di far capire al cliente che il risparmio è diretta conseguenza di scelte programmate in fase progettuale – ha rinunciato alla presa in carico del lavoro, per rimanere coerente con la sua serietà professionale.